Meglio un tragitto breve

Ne sono convinta. Starei molto meglio psicologicamente.

Eh sì! Perchè il lungo tragitto che faccio tutti i giorni con la macchina per andare al lavoro mi “costringe” a pensare. Ed è inutile che cerco di distrarmi con la musica, non riesco a non pensare e, spesso, a non stare male.

Questa mattina , come tutte le mattine, pensando al mio papà mi sono ritrovata ancor più simile a lui in un aspetto, quello del soffrire per mancanza di gratificazione.

Non è stata facile la gioventù di mio padre. La sua famiglia lo ha sempre tenuto in disparte, lo ha sempre fatto sentire inutile ed inadeguato.

Ed è per questo che, da ragazzino, partì da solo e senza nulla per Torino, per arruolarsi nel corpo dei Carabinieri. Era lontano da casa, da solo, eppure nessuno sentiva la sua mancanza. Nessun familiare andò al suo giuramento. Io posso solo immaginare come si sia potuto sentire, mentre gli altri commilitoni festeggiavano con le loro famiglie…

Il tempo è passato, da Torino andò a Firenze a trovare una sua zia e lì conobbe mia madre. Senza mai chiedere favori a nessuno, una volta lasciata l’Arma fece un sacco di lavori pur di riuscire ad andare avanti. E con tanto sacrificio ha messo su la sua famiglia. Ma mai, mai nessuno gli ha detto che era stato “bravo, buono, onesto, lavoratore”…

I suoi familiari lo hanno sempre considerato (non so a quale titolo) la pecora nera della famiglia, forse perchè era l’unico che non aveva finito gli studi per riuscire a farcela da solo, sapendo di non poter contare su nessuno. Il fatto di non essersi laureato come le sue tre sorelle lo aveva reso “incapace” agli occhi dei suoi genitori.

E mio papà è morto nel 2020 con il desiderio (mai esplicitato ma ai miei occhi ben evidente) di avere una parola d’affetto dalla sua famiglia di origine.

Non ha mai ricevuto una telefonata dalle sue sorelle, nè dai genitori.

Non gli hanno mai fatto gli auguri di buon compleanno (neppure quando ha compiuto 80 anni!) o di buon Natale. Era sempre e solo lui che telefonava a loro…

E oggi io mi chiedo come è possibile, come può una “famiglia” comportarsi così? Essere così arida e cieca davanti a tutto questo? Come ci si può dimenticare di un figlio, di un fratello…

Anche sul lavoro si sono sempre approfittati di lui, perchè bravo ed onesto. E mi rendo conto che anche io, come lui, vorrei che qualcuno ogni tanto, mi gratificasse con qualche bella parola…

Perchè è vero che le parole lasciano il tempo che trovano, ma è anche vero che alcune parole restano impresse nella mente e ti aiutano a superare tanti momenti difficili.

Mai ho visto mio papà piangere o chiedere aiuto, mai l’ho visto perdersi d’animo e di coraggio.

Purtroppo io non sono come lui in questo. Non sono forte e non lo sarò mai.

Ma sono e sarò sempre fiera di avere avuto un papà come te, papà mio.

Ti amo e ti amerò per sempre…